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Napoli Velata di Ferzan Ozpetek (2017)

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E con questo film faccio pace con Ozpetek. Per una volta non ho pensato che dietro la cinepresa ci fosse l’imitatore (meno visionario) di Almodovar. Merito sicuramente di una Napoli superbamente bella in cui la telecamera sembra volersi immergere fino al dettaglio dello scalino di marmo o dentro l’utero velato della farmacia degli incurabili; protagonista delle feste - con le voci fuori campo - delle assenze, e della storia. In più questa volta Ferzan guarda le donne e ne guarda tante: dalle arpie fumettose (Isabella Ferrari e Lina Sastri), alla dolente zia Adele (Anna Bonaiuto) un po’ la signora dei misteri (“la gente non sopporta troppa verità”), alla splendida Catena (Luisa Ranieri) che cuce il tessuto profondo della città - tra fattucchiere, numeri della smorfia e fatalismo - alla trama della storia, la commissario Maria Pia Calzone, forse un po’ troppo ‘CSI’ per Napoli, è quella che a me è piaciuta meno. Giovanna Mezzogiorno è la (brava) coprotagonista della cit