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Napoli Velata di Ferzan Ozpetek (2017)

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E con questo film faccio pace con Ozpetek. Per una volta non ho pensato che dietro la cinepresa ci fosse l’imitatore (meno visionario) di Almodovar. Merito sicuramente di una Napoli superbamente bella in cui la telecamera sembra volersi immergere fino al dettaglio dello scalino di marmo o dentro l’utero velato della farmacia degli incurabili; protagonista delle feste - con le voci fuori campo - delle assenze, e della storia. In più questa volta Ferzan guarda le donne e ne guarda tante: dalle arpie fumettose (Isabella Ferrari e Lina Sastri), alla dolente zia Adele (Anna Bonaiuto) un po’ la signora dei misteri (“la gente non sopporta troppa verità”), alla splendida Catena (Luisa Ranieri) che cuce il tessuto profondo della città - tra fattucchiere, numeri della smorfia e fatalismo - alla trama della storia, la commissario Maria Pia Calzone, forse un po’ troppo ‘CSI’ per Napoli, è quella che a me è piaciuta meno. Giovanna Mezzogiorno è la (brava) coprotagonista della cit

IT Stephen King

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It è un romanzo di formazione, in cui un gruppo di ragazzini incontra il Male assoluto. Il concatenarsi perfetto degli eventi che si susseguono nel libro acquistando potenza e profondità - grazie alla magistrale scrittura di S. King - è tradotto nel film con la velocità dei colpi di scena e parecchio si perde. Ma a suo merito il film lascia intatto il richiamo a quelle primissime sensazioni di inquietudine che accompagnano l'adolescenza, il corpo che cambia, il buio delle scale della cantina in cui ti avventuri da solo, il saggiare - per tentativi -audacia e spavalderia nei primi incontri faccia a faccia con il mondo o con la propria solitudine, l'amicizia come riparo e balsamo dalle paure più totali e destabilizzanti, la famiglia che ti lasci alle spalle. Il proprio primo dolorosissimo mettersi al mondo. Ecco, il film poi ad un certo punto vira in una versione horror dei Goonies e a quel punto realizzi che S.King è già uscito da un pezzo ma ti aspetta - ogni vo

Blade Runner 2049 - Denis Villeneuve

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Cosa è vero e cosa non lo è? Cosa definisce cosa è umano da ciò che non lo è? Dove si colloca la compassione? Il posto per il manifestarsi di un miracolo è nel vero o nel non-vero? Bellissimo omaggio al Blade Runner del 1982 che per quelli che hanno la mia età è un film dell'anima. Un omaggio innamorato che, a mio modestissimo parere, gli fa il tradimento peggiore: se il primo Blade Runner è diventato parte di come la mia generazione ha potuto guardare il mondo, questo film vuole essere una conferma e non ha la stessa dirompente portata visionaria. Come molto onestamente dice Villeneuve, è la stessa paletta di colori in mano ad un altro pittore. O forse è come dice K a Rick Deckart: "Era più semplice allora."

SO BLUE - LOUISE LECAVALIER

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"La sua danza non è bella,calcolata o analizzata (...), Lecavalier incendia. La sua intensità è contagiosa, uno tsunami per la nostra mente e il nostro spirito.," Che bell'autunno che mi regala un'altra grandissima danzatrice che da anni sognavo di vedere. Guardarla è come guardare il fuoco. Se penso al significato che la cultura Punk può avere per me, oggi, riferimenti musicali a parte , mi viene subito in mente lei è la sua unicissima cifra di movimento.

ROSAS DANST ROSAS - Anne Teresa De Keersmaeker

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Commovente. Intenso. La ripetitività che si contraddice continuamente. La geometria fortissima si, ma è quella del frattale. Quattro ballerine giovanissime e bravissime, che hanno riempito al massimo ogni gesto ogni milionesima volta. Aspettavo da anni di vedere Rosas. È davvero un inno alla bellezza.

Concerto Radiohead - Monza 17 Giugno 2017

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Avrei immaginato di emozionarmi di più. Al di là della loro indiscutibile bravura tecnica, del contesto bellissimo del Parco di Monza - che avrebbe guadagnato esponenzialmente se solo avessero pensato a sollevare un poco di più il palco, data l'estensione - loro fanno qualcosa con la musica che intercetta direttamente il fluire e il ritmo dei miei pensieri e delle mie sinapsi neuronali, non so spiegarlo diversamente. È un piacere elettrico e lirico insieme. Avrei voluto dissolvermi di più. Anyway....Bel concerto e bella compagnia!!

RICHARD III - William Shakespeare - regia di Thomas Ostermeier.

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William Shakespeare - Richard III - Thomas Ostermeier. Vorrei poter trattenere tutto, non perdere un attimo della scenografia, degli attori, delle trovate sceniche, delle luci, della batteria in scena... dela potenza, della modernità del testo, della radice espressionista, della risata che non riescono a farti fare.....(che ti ridi?) Ed è un continuo riaffiorare di immagini, gesti, frasi, intere scene. Troppo bravi.