Dallas Buyers Club' (2013)

Loro due, Matthew McConaughey e Jared Leto, sono mostruosi.

Con una misura e una precisione credibili al 1000 per 1000. Un tempo credevo che agli attori venisse naturale ma oggi me la sono fatta una vaga idea di quanto sia difficile, stare lì, in un personaggio così, senza scappare da tutte le parti.
Detto questo, il film prende un'angolazione non scontata. Quel corpo smagrito urla da solo così forte che la sceneggiatura non ha bisogno di raccontarne il dramma,e può sollevare lo sguardo su cosa sono stati quegli anni.
Io non so che effetto può fare un film del genere a chi oggi ha 20-25... forse anche 30 anni.

Per chi è già entrato negli anta e si ricorda gli anni '85-'87, l'AIDS è stata la peste innominabile che si è portata via prima del tempo amici e conoscenti, prosciugandoli dall'interno.

È stato un terrore, un incubo, un dolore, un'impotenza, un sospetto. Un'ombra.
Pesantissima. E negata.

Guardare questo film per me è stato difficile. Però mi ha ricordato come tutte le cose negate, nel momento in cui ti fai coraggio e le affronti, hanno da raccontarti pezzi di storia importanti: perché non lo sapevi ma li hai vissuti, queste cose succedevano mentre tu eri lì.

E allora ti ricordi le domande, le idee sbagliate, le approssimazioni per capire. E tutta la sofferenza che si è insinuata. Che era inevitabile. Che non era colpa tua. Che non era colpa proprio di nessuno.

E forse quello che ti era sembrato folle e incosciente allora, era in realtà la cosa giusta da fare e ha regalato anni di vita vera a qualcuno che in quella "battaglia di una generazione" ci è rimasto sotto e oggi non c'è più...


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