Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh (2017)

Mi è piaciuto.
Per tante ragioni.
Bravura degli attori.
L’epica.
La Musica.

Tra quelle più nuove posso dire l’imprevedibilità : i cambi di tono tra i vari registri (ironico, grottesco, drammatico, violento) sono repentini e spiazzanti.
Le fondamenta del film appoggiano, con scarsa stabilità, sulla polarità tra il bene e il male ma è presto chiaro che i nostri pregiudizi non ci avvicineranno alla soluzione.
Il Male, quello opaco senza declinazioni, quello che stupra e brucia non lo vediamo se non sui tre manifesti.
Perché forse solo li esiste, così monolitico.
Anche il bene lo vediamo contaminato.
Non è mai come dovrebbe essere.
Però c’è.

Ecco, credo di essermi portata a casa soprattutto questo. In fondo.
La volontà un po’ secca di toglierci la sedia da sotto il sedere.
Che non è mai piacevole di primo impatto, ma poi a me rende grata, se riconosco che è fatto con onestà.


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